martedì 19 novembre 2013

OPINIONI INTERESSANTI

Il talento ai tempi di Internet...

Il web ha reso tutto possibile.
E rendendo tutto possibile ha generato un'angoscia che corre ovunque.
Il web permette di condividere e mostrarsi,pubblicare pensieri e confrontarsi,e non ha confini,limiti e possibilità


Tutti possono pubblicare,aprire un blog,un canale video,un account flickr per le proprie foto.
Sappiamo che possiamo far circolare testi e musica,ebook e playlist su i Tunes.
Ma sappiamo che con il tempo questa opportunità si sta trasformando in una trappola.


Perchè estendere il talento è solo un'illusione.
Incoraggiare la creatività può essere causa di frustrazione.
Mettersi in gioco può essere un'esperienza esaltante ma anche terribile.

Quest'epoca è ossessionata dal talento.
Il talento è un elemento indispensabile di una vita degna di essere vissuta.

Comincia con i genitori accudenti e ansiosi che applaudono al saggio artistico del figlio in età prescolare,continua con l'idea che chiamiamo l'x-factor,quello che viene mostrato,si fa per dire,nei programmi televisivi.

Più di una generazione si guarda allo specchio e si chiede:avrò abbastanza talento?.
Persino nello sport.
Non basta più essere dei buoni calciatori,ma dei buoni fantasisti ,che devono avere stile e classe.

Democratizzare iol talento è un paradosso.
Una persona senza talento è spenta,priva di qualità,poco interessante.
Una persona con talento è ammirata,corteggiata,portata ad esempio.
Dire:<Ha un grande talento> è condizione indispensabile per essere felici.
E coltivare un talento è il primo passo per realizzare le capacità dei nostri figli.

Peccato che il talento è molto raro,che nel talento si immettono aspettative,umane e artistiche,che nessuno riesce a definire con chiarezza.
Il talento oggi è un vestito,un modo di presentarsi e non una capacità di cambiare le cose .
Non è una rivoluzione culturale,qualcosa che stupisce tanto è forte e intensa,ma un modo di completarsi  senza sapere come,di imitare senza sapere perchè,di seguire l'istinto senza avere consapevolezza della strada da percorrere.




 Il talento oggi non è emozionare,ma emozionarsi.
Non è farsi leggere ,ma rileggersi.
Non è un luogo interiore dove realizzarsi,ma è solo esteriore ed esposto.

 Ora esiste anche un talent sulla letteratura:si chiama Masterpiece.
Ed è una gara televisiva per aspiranti scrittori.
Esistono testi letterari  migliori o peggiori,ma non ci sono vie di uscita:ogni scrittore ha solo le sue storie da raccontare.
Possono piacere oppure no.
Ma narrare è un gesto intimo che non si può spiegare in un programma televisivo,che vuole silenzio,invisibilità,tempo,attesa.
In questo mondo dove tutto è condiviso,il talento vero è quello di chi si tiene le cose per sè.
Lontane dai riflettori dei social,da un'esposizione mediatica eccessiva.
Vuol dire proteggere la propria interiorità,difenderla da tutto e tutti.
Invece oggi,l'interiorità sembra un valore aggiunto,qualcosa da esibire.
Come se un atteggiamento introspettivo ed emotivo possa essere sufficiente per rendersi interessanti.
In questo mondo  dove condividere non è più scambiare le cose e metterle in comune,ma è invece mostrarsi,stare in vetrina,la frustrazione è ormai il vicolo cieco verso cui stiamo spingendo questa generazione schiava del sogno di un talento.
    articolo preso da "sette" 15.11.2013






















































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